Dateci un gintonic! Un Pfizer liscio. Ora che si può, ora che il tavolo fuori e pure all’interno e gazebi financo sulle strisce pedonali. Chissà fino a quando speriamo per sempre ma adesso è così evviva.

Intanto sono accadute un po’ di cose. È successo che non è successo niente di ciò che pensavamo sarebbe successo. Non sono nati più bambini e si è divorziato un sacco. Per il resto, non penseremo davvero di essere diventati migliori! A meno che non si creda a cose tipo «un libro salva la vita» (verità che lasciamo ai turisti da Libri Come), perché in effetti, questo sì, nell’ultimo anno e mezzo pare si sia letto un sacco. Anche qui però c’è la sorpresa: il boom vero non è del libro, cartaceo o digitale, ma degli audiobook.

C’è questa nuova mania per le voci, per l’oralità, per il ritorno alla forma primigenia della narrazione – Ma scusa con tutto il tempo che avevi a casa perché non un normalissimo libro letto sul divano? Perché mentre ascolto Cime tempestose spiccio la cucina (dialogo rubato a un seminario sull’editoria). Il tempo, insomma, è la solita grande beffa. Il tempo non esiste. Esistono Audible e Clubhouse. E naturalmente i podcast: la nuova Big Thing.

In ordine sparso, questi sono i nostri consigli da leggere e ascoltare.
Prime e seconde dosi da assumere per un’estate migliore (ma sì, dài).


Sexton

Anne Sexton, Il libro della follia (La nave di Teseo)
Immaginate Sylvia Plath. Fatto? Adesso immaginatela più ricca, più bella, più letta e già riconosciuta in vita, et voilà, ecco Anne Sexton. Che qualche crepa aveva pure lei. Quindi perché leggere queste poesie? Perché sono belle, sono rock, e poi diciamolo: può far bene confrontarsi con chi è più depresso di noi. Da modella e Signora Benestante che scriveva occasionalmente versi rispettando le forme metriche, a poetessa martire della stessa società borghese e benpensante. Morta suicida nel 1974. “Stile confessionale” è l’etichetta affibbiata ai suoi versi. Ma è un’etichetta che le ha valso un Pulitzer. E scrivere non è sempre una confessione?


Feel


Maya De Leo, Queer, storia culturale della comunità lgbt+ (Einaudi)
Non è mica per star sul pezzo o sull’onda o come si dice, anche se l’ondata “Pride” c’è eccome, ma è spuntato un saggio che ci incuriosisce. Roba colta, seria, scientifica. Volendo, potete restringere il campo alla sola Italia e ascoltarvi le quattro stagioni del podcast Le radici dell’orgoglio, disponibile su tutte le piattaforme, che racconta l’evoluzione e la militanza lgbtq+ nel nostro Paese. E date un’occhiata a Feel Good, serie targata Netflix di e con la carismatica Mae Martin che fa strame degli stilemi lesbo-chic alla The L World, residuato anni Novanta senza più patina.

Veleno

Veleno
Il podcast di Paolo Trincia, nuovo guru del settore, è un A sangue freddo 3.0. Ibridare le forme e strutture della narrazione attraverso un medium basico come la voce e gli effetti sonori permette sensazioni da serialità televisiva e profondità da inchiesta giornalistica, fruibilità da fiction e denuncia da reportage d’alta scuola. Il caso è presto detto: vent’anni fa, in provincia di Modena, sedici bambini furono allontanati per sempre dalle loro famiglie, accusate di far parte di una setta di satanisti pedofili. Ma davvero tutto è come appare? Sette puntate da bersi d’un fiato. Però con la luce accesa, ché fa anche un po’ paura. A ogni modo, in questo momento lo stato dell’arte della “podcasteria” italiana.

 

 Creativity

Hacking Creativity
Essere creativi. Essere creativi oggi. Una cosa che secondo noi ha molto a che fare con l’esercizio sapiente (bulimico?) della curiosità. Il mito della riunione, del brainstorming, dello “stare insieme” come detonatore della creatività è un po’ troppo anni Ottanta, ci avvertono gli autori di questo podcast. Non perdetevi nessun episodio, se volete esplorare le nuove possibilità, forme e modelli di chi deve essere originale per mestiere: piattaforme televisive e moda, matematica e step-up comedian, pubblicità, fotografia, caffè design (qualunque cosa sia) eccetera eccetera. Competenza e divertimento garantiti. Su Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Castbox.

graam

Richard Greene, Roulette russa – La vita e il tempo di Graham Greene (Sellerio)
Perché chi ci conosce lo sa: ogni estate un Graham Greene, sempre. In realtà questa è la biografia definitiva (nessuna parentela tra il biografo e il biografato) di un uomo complesso come pochi: artista e spia del MI6, giornalista e viaggiatore, frequentatore del jet-set e amico di Fidel Castro, cinefilo e sceneggiatore, soffertamente cattolico e fedifrago, alcolista e tremendamente annoiato. Tante voci, troppe per una mente sola. E per zittirle, una volta o due, niente di meglio che sottoporsi alla folle prova della roulette russa. Per fortuna gli è andata bene: la sua carriera è stata lunga, la sua vita il più ambiguo, avvincente e tormentato dei suoi romanzi.

 

blond



Joyce Carol Oates, Blonde (La nave di Teseo)
Dopo una poetessa suicida e un romanziere con la tentazione di spararsi in testa, un’altra figura un pochino inquieta ci vuole. Blonde è la magnifica biografia romanzata di Marylin Monroe, un tour de force letterario con il quale la Oates, venti anni fa, reinventò un genere. Perché Marylin? Perché secondo noi sa di estate come poche altre cose o persone. Sarà per Quando la moglie è in vacanza, sarà perché se ne andò di una morte così archetipica, True Hollywood, anche se era Brentwood, ma il cocktail resta comunque estivo, estivissimo, con tre quarti di morbosità e due di barbiturici più una spruzzata di complottismo, palmizio sfrangiato a decorare, e servite su tumbler alto e scorzetta d’arancia Kennedy.


Se noi ombre vi abbiamo scontentato pensate
allora di aver giusto sognato…
Ma se avete apprezzato o condiviso i nostri suggerimenti
e desiderate restare aggiornati sulle novità riguardanti
WestEgg e l’universo della narrazione

iscrivetevi alla nostra newsletter
Subscribe