Ho scoperto di recente che mangiare con una chef è abbastanza diverso che farlo da soli. Ti induce a guardare davvero il tuo piatto e a chiamare per nome tutti gli ingredienti, anche quelli che si danno per scontati.

Perché preoccuparsi della consistenza dello zucchero utilizzato per un biscotto? Io lo guardo, faccio una rapida perizia tecnica sul numero delle calorie e addiziono quelle già ingerite a quelle che il destino mi metterà davanti prima di andare a dormire. Poi prendo una decisione ponderata, cioè commetto reato contro la dieta ma, almeno, l’ho fatto con consapevolezza.

Chiara Bove invece, lettrice inveterata e Chef Pasticciere al Vinile di Roma, indica le lingue di gatto nel piatto tra le nostre tazze, infine sentenzia: “Hai visto le macchie bianche?”. Tono di riprovazione, dolce come una caramella e risoluto. “Vuol dire che hanno utilizzato zucchero normale invece di quello a velo”.
Osservo le lingue di gatto, dorate e deliziose ma con inesorabili puntini bianchi sopra la superficie. Non mi era mai venuto in mente di osservare delle lingue di gatto, prima. Glielo spiego, accennandole alle mie terribili abitudini alimentari. Lei ha l’aria triste. “Il cibo ti vuole bene”, spiega. “Tu lo prepari con amore e lui diventa buono per far stare bene te”.
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Perdindirindina, direbbe Rossella O’Hara, lei è un altro dannato personaggio da libro, che si trova, in carne, ossa e scarpe vintage, a prendere un tè con me in un locale di Monti. Siccome ha sempre un milione di cose interessanti da raccontare, le chiedo di parlarmi di ricette americane, in particolare quelle del Sud degli USA. Io ho una malcelata passione per Dixie, che ha un posto tutto suo e del tutto irreale in un angolo della mia testa.

“Appena arrivata in Georgia, sono entrata in un pub e ho ordinato un piatto di pomodori verdi fritti”, mi dice, a un certo punto.
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, penso immediatamente. Ecco: un’altra delle mie manie è leggere di cibo. Una cosa che adoro. Di solito la mia cena consiste in pane e prosciutto su un velo di tovagliolo di carta e riduzione (totale) di fatica ma, quando sento odore di cibo tra le pagine dei libri, posso restare ad annusarlo e a fantasticare per ore.

Pomodori verdi fritti di Fannie Flagg, per esempio, ha in comune con Via col vento il fatto di far ruotare alcuni momenti fondamentali del libro intorno a un barbecue. Rossella O’ Hara si fidanza con Charles Hamilton e conosce Rhett Butler al picnic in giardino alle Dodici Querce, che prevede una grigliata in un boschetto sul retro della casa; a Whistle Stop invece la situazione si risolve in un divertente barbecue con delitto. Momenti letterari a parte, nessuno potrebbe mai privarmi del paradisiaco piacere di leggere ricette di piatti che non preparerei mai, su libri di cucina e riviste, e di comporre menu immaginari e, in generale, di avere un mucchio di idee che naturalmente si volatilizzeranno quando dovrò cucinare per qualcuno.

La delizia più grande è scoprire piatti e ricette nei romanzi. Nonostante i suoi personaggi si nutrano prevalentemente di sangue, Anne Rice mi ha fatto cercare come una forsennata la ricetta del café au lait del Café du Monde di New Orleans, mentre leggevo Il vampiro di Blackwood (mio Dio, alcune specificano che serve il caffè di cicoria, di cui io ho sentito parlare solo in relazione alla guerra del ’45. Dove lo trovo?); Margaret Mitchell invece mi ha fatto pensare per ore a patate dolci col burro e frittelle di mais, a prosciutto, avena e al gelato, portato sul ghiaccio fin da Savannah, di cui Rossella aveva potuto assaggiare solo un cucchiaino perché le vere signore non mangiano in pubblico. Fannie Flag invece evoca il profumo di pollo fritto, insalata di cavolo, pesce gatto con qualche salsa casalinga segreta, di biscotti al latticello e, naturalmente, di pomodori verdi fritti.
Chiara mi ha dato la ricetta originale portata dalla Georgia. Chissà, forse un giorno la curiosità vincerà sulla pigrizia e saprò davvero che sapore hanno, dopo tanto tempo trascorso a leggerlo.

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Pomodori verdi fritti

- Lavare i pomodori e tagliare delle fette alte almeno mezzo centimetro. Salare e pepare su entrambi i lati.

- Preparare la farina di polenta su di un piatto e versare il latticello in una ciotola. Immergere i pomodori nel latticello e poi passarli nella farina di mais su entrambi i lati.

- In una padella, riscaldare il grasso di bacon facendo attenzione a metterne solo mezzo centimetro perché altrimenti i pomodori assorbirebbero tutto il condimento.

- Friggere le fette su entrambi i lati, aspettando che la frittura sia dorata su di un lato prima di girarle o tratterranno troppo grasso. Una volta cotti farli asciugare su della carta da cucina o su della carta del pane.

La Chef consiglia di attendere prima di mangiarli perché trattengono il calore e rischiate di ustionarvi.

 

Virginia de Winter: Finta bionda autentica svampita. Si occupa di riempire pagine e segue sempre qualche originale regime alimentare.